Leggenda e Montagna
Salti del Diavolo

In Alta Val Baganza tra gli abitati di Cassio, Chiastre e Casaselvatica è possibile ammirare i Salti del Diavolo, un affioramento di roccia che lascia stupiti chi si trova a percorrere strade e sentieri che passano in zona.
Sono poderose guglie, torri, picchi rocciosi che emergono in modo brusco per decine di metri rispetto al terreno circostante, dominano il bosco e si possono ammirare anche da distanza. Sono disposti in una dorsale che attraversa la valle e si snoda per 5 km attraversando il torrente Baganza, per la gente del luogo rappresentano tutt’ora la prova concreta di una leggenda di epoca medievale.

Storia

I Salti del Diavolo sono la parte visibile sopraterra di una formazione sedimentaria antichissima, si dice di età cretacica (80 milioni di anni). La genesi è riconducibile ad una frana sottomarina di ciottoli e sabbia, che avrebbe prodotto queste formazioni nel sottosuolo in un area vastissima che va dal Monferrato all’Appennino Modenese e che qui in Val Baganza ha il suo affioramento più spettacolare.

Il motivo per cui in quest’area si possono ammirare in modo così netto è da imputare all’ erosione differenziale: in migliaia di anni i Salti del Diavolo , resistenti e compatti hanno resistito rispetto alle altre sedimentazioni intorno che sono franate e scomparse.

Geologia

I Salti del Diavolo sono costituiti da una stratificazione a granulometria decrescente, si tratta di un conglomerato costituito da diverse rocce, con caratteristiche fisiche diverse: porfidi, graniti, diaspri, calcari, arenarie, micascisti, quarziti, gneiss, serpentini, dolomie, calcari oolitici, selci verdastre e calcari micritici bianchi.
Tutti questi materiali provengono dalla disgregazione di antichissime rocce provenienti dall’arco Alpino.
La parte sommitale e visibile è costituita da una fine e compatta arenaria, fin dall’antichità questa pietra era chiamata “mass ladein” ed è stata sfruttata dagli scalpellini del luogo per realizzare elementi architettonici come Camini, fontane e portali e sculture. Tra gli esempi più significatividi arte sacra vanno annoverati la lunetta della Pieve di Talignano (XIIIsec.) e i portali della Pieve di Fornovo e del Duomo di Berceto (XII sec.).

Leggenda

Un’antica leggenda medioevale narra che i Salti del Diavolo siano le orme del diavolo messo in fuga da un’ eremita che viveva a Cassio. A quanto pare il diavolo aveva cercato di farlo cadere in tentazione nel tentativo di distoglierlo dalla preghiera offrendogli cibo, acqua, perfino una provocante fanciulla.
Ma l’eremita, incontrando il diavolo proprio nella zona della Chiastra di San Benedetto, dove è ancora visibile la sua grotta ( che servì anche ai partigiani), si difese imponendo un piccolo crocifisso che fece scappare Lucifero per la valle: i segni di quella fuga incontrollata sono i Salti del Diavolo, questi enormi massi dove sono ben visibili i segni dei graffi lasciati da Belzebù.

Unicità

L’ area in cui sono inseriti i Salti del Diavolo è di enorme interesse geologico per la richezza di affiormenti e per la chiarezza con cui è possibile distinguere i caratteri e i processi geologici e morfologici del territorio
Nella zona sono presenti anche altre formazioni sedimentarie come ad esempio il Flysch del Monte Cassio, le cui regolari stratificazioni emergono, con uno sviluppo verticale di alcune centinaia di metri, sul fianco orientale.
A Casaselvatica, è ben visibile la presenza delle rocce sedimentarie tra le più antiche della provincia di Parma: radiolariti verdi ( c.a. 160 milioni di anni), pietre utilizzate anche per la costruzione delle case.

La Via degli Scalpellini
Immersi nella storia e nella leggenda

La via degli Scalpellini, il cui numero C.A.I. è 771, si snoda tra Chiastre e Cassio attraversando il Torrente Baganza: è un itinerario accessibile e non difficile, bellissimo in tutte le stagioni e ricco di spunti interessanti.
Questo sentiero era il percorso che gli scalpellini seguivano tra le due sponde della valle per raggiungere le zone di estrazione della pietra disseminati nell’area, a Cassio si congiunge con la vicina Via Francigena, la strada che nel medioevo portava i pellegrini a sud.

PONTE SALTI DEL DIAVOLO

L’attraversamento del Torrente Baganza e’ consentita grazie ad  un meraviglioso ponte pedonale e ciclabile sospeso. Nel 2022 è stato ripristinato e ricostruito più alto e più solido,  dopo che nel 2014 la grande piena del Torrente lo aveva distrutto.

Il Sentiero

Il sentiero attraversa boschi e prati e permette di immergersi in un’atmosfera meravigliosa, si divide in tre tratti principali

Tratto Cassio – Chiastra di San Benedetto – Dislivello 25 metri – Tempo di percorrenza 30’

Il sentiero “La Via degli Scalpellini” ha lo scopo di percorrere un itinerario che colleghi gli affioramenti più spettacolari dei Salti del Diavolo presso i quali si è sviluppata l’attività dei cavatori e degli scalpellini di Cassio e Chiastre. Il sentiero parte da Cassio, attraversa il Torrente Baganza e dopo un paio d’ore di cammino conduce nella località di Chiastre, sulla provinciale Calestano-Berceto.

Il primo tratto porta alla famosa “Ciastra ‘d San Bendètt” nel versante del Fiume Taro. Si raggiunge da Cassio prendendo la Strada per Selva del Bocchetto. Dopo circa 300 metri si gira a destra per una carraia che raggiunge il primo spuntone della “Ciastra” ben visibile per i suoi caratteristici solchi verticali (“Le unghiate del Diavolo”) che lo scolpiscono nella sua parete di sud-ovest. Il sentiero procede ai piedi della scarpata per alcune decine di metri, permettendo al visitatore di apprezzare le caratteristiche dell’affioramento in tutta la sua spettacolarità. Giunti all’estremità del roccione, un ripido passaggio esposto, solo per esperti, attraversa l’affioramento e conduce al suo lato nord-est. Il percorso risale quindi il versante fiancheggiando la roccia attraverso un bosco ceduo e si ricollega alla carraia che porta alla strada Cassio-Selva.

Tratto Cassio- Torrente Baganza- Dislivello 265 metri – Tempo percorrenza 45’

Lasciato l’abitato di Cassio presso la ex scuola elementare si segue il percorso scendendo verso il Torrente Baganza per un centinaio di metri fino al primo spuntone roccioso dei Salti già utilizzato come cava nei secoli scorsi. Continuando la stradina sterrata si giunge in pochi minuti a quota 816 metri, all’incrocio con la Via Francigena, dove sono visibili altri due antichi scavi sempre legati alla formazione rocciosa dei Salti. Si procede ancora sulla destra scendendo in direzione del Rio Canevara e verso il Baganza. Intorno a quota 650 metri la pendenza del versante aumenta in corrispondenza di un salto morfologico, probabilmente dovuto al distacco di una vecchia frana. Dopo alcuni minuti, circa a quota 600 metri, sono ben visibili sul terreno numerosi ciottoli di varia dimensione, rotolati da una vicina parete rocciosa dei Salti. Sono presenti diverse litologie di varie dimensioni. Ancora nei dintorni si osservano grossi blocchi conglomeratici d’aspetto “mammellonare”. La discesa continua fino al Baganza, presso l’area di sosta attrezzata poco a monte della briglia sul torrente costruita nella strettoia entro gli stessi Salti del Diavolo.

Tratto Baganza – Chiastre Dislivello 170 metri – Tempo di percorrenza 40’

Attraversato il Baganza ( FINALMENTE! da Ottobre 2022 è stata ripristinata la passerella sospesa transitabile a piedi e in bicicletta) , la risalita sull’altro versante vallivo pone un’alternativa: a sinistra si sale su un ripido sentiero adiacente alla base dei Salti fino a quota 700 metri circa, a destra (sentiero 771 A) si percorre una comoda carrareccia che dopo aver toccato l’antico “Casino Pallavicino” e Gavazzolo, si riaggancia al percorso precedente. Poco al di sotto di Chiastre, suggestiva è l’ampia panoramica sul Flysch di M. Cassio, sulla morfologia della vallata e sulle guglie dei Salti che sembrano rincorrersi da Piovolo fino a Cassio.
Nell’ultimo tratto di salita per Chiastre, sulla sinistra, si possono osservare, nella roccia, aspetti curiosi di scultura naturale come lo Squalo e il Pinguino. Dopo circa un’ora di cammino, a partire dal Torrente Baganza, si giunge all’abitato di Chiastre sulla provinciale Calestano-Berceto dove è stata approntata un’area attrezzata per pic-nic con relativo bar.

Tratto Chiastre – Dente del Gigante Dislivello 170 metri – Tempo di percorrenza 40’

Si lascia l’abitato di Chiastre (750 metri s.l.m.) attraversando un piccolo rio, fino al sentiero che si imbocca sulla sinistra dopo un centinaio di metri. La salita è piuttosto ripida, ma vale la pena proseguire fino ad arrivare al sentiero attrezzato con scalini e corrimano che porta al “Dente del Gigante” in circa mezz’ora. Il sentiero passa quindi tra due pareti verticali che mostrano chiaramente la natura conglomeratica della roccia. In questo punto si può notare la gradazione della roccia che passa da una granulometria fine a una grossolana con ciottoli anche di dimensioni ragguardevoli. In questo stretto passaggio, dovuto probabilmente ad un’antica faglia o frattura, si può apprezzare la presenza di grossi ciottoli di granito rosa e porfido che raggiungono anche 20-30 centimetri. Oltre agli evidenti segni dell’estrazione delle arenarie (“mass ladèin”) sono visibili le guglie e le pareti rocciose fino oltre quota 990 metri poco sotto Piovolo. Dopo aver visitato il luogo selvaggio del Dente del Gigante, in prossimità del pozzo recintato, si riprende la via del ritorno che corre sullo stretto displuvio fino alla cava delle mole da mulino ubicata nella parte alta delle abitazioni di Chiastre e che si raggiunge con una discesa di pochi minuti.